by Published On: Marzo 7, 2024

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CAPI DELICATI

Pensiamo per similitudini. Associamo un’immagine con l’altra nel muoverci rapidi con le dita sul nostro dispositivo mobile. Fuori il mondo piovoso, gli alberi precocemente in fiore, i prati verdi, le lumache sui muri sembrano non riuscire a rapirci con la loro bellezza autentica.  Restiamo spesso ammaliati dal mondo virtuale fatto di immagini e suoni che si susseguono ininterrottamente in un flusso feroce e continuo.

In una di queste peregrinazioni, poche sere fa, mi sono imbattuto in un quadro di Isabelle Quintanilla, pittrice realista spagnola scomparsa qualche anno fa.

La tela di Isabelle che fa da copertina a questo post raffigura una macchina da cucire in un angolo angusto di una stanza, lo scorcio di un termosifone a destra, la spoletta di filo bianco che sormonta il corpo scuro della cucitrice, un sacco di tela chiara contro la parete scrostata.

Questo quadro mi ha fatto pensare al gesto finale, la cucitura del segnalibro e della busta di stoffa, che completano il nostro libro appena pubblicato da PxC per la collana Orme Timide dal titolo CAPI DELICATI.

L’intimità’ evocata da Isabelle richiama le cromie delle pagine, il gesto del cucire, la sottigliezza della carta, le fotografie in bianco e nero, le parole preziose dei racconti.

Il tono offuscato dei ricordi è la trama portante di questo libro d’artista. Le vicende svelate o taciute di donne e uomini dei loro vestiti, sono tenute insieme da un il filo rosso e dal filo nascosto che unisce le nostre vite e le vite di chi è stato prima di noi.

Sentiremo che anche quel che è distante può̀ tornare un po’ qui. E può̀ dirci che aveva già̀ trovato il suo modo sottile, il suo filo nascosto per starci accanto, cucito tra le parole che portavamo con noi, in silenzio, non viste.

Questa la conclusione di Emanuela Mancino che firma la prefazione a CAPI DELICATI.

Sono trascorsi molti mesi da quel giorno soleggiato di Luglio del 2023, quando nel laboratorio di Progetti per Comunicare a Ceglie Messapica, ha preso corpo questo progetto che ha contemplato la riscrittura del Vestiario Sentimentale contenuto in TRAME SOTTILI, appendice della pubblicazione IL FILO NASCOSTO edito da Franco Angeli a firma di Emanuela Mancino e la rivisitazione del progetto di recupero e ritulizzo di stoffe intitolato Sfrido a cura dell’editore (La busta di stoffa e il segnalibro che corredano il libro sono ottenuti da tessuti destinati al macero solo perché’ in eccesso nei processi produttivi).

Oggi siamo fieri del risultato finale. CAPI DELICATI esprime progettualità, cura e condivisione, valori fondanti di Orme Timide e del lavoro che da anni PxC svolge con sapienza su tutto il territorio nazionale.

 

ISABELLE QUINTANILLA

Quintanilla ha vissuto e lavorato in un periodo in Spagna in cui le artiste donne non avevano lo status e il riconoscimento accordati alle loro controparti maschili, questione che lei stessa ha affrontato nelle sue dichiarazioni pubbliche con l’obiettivo di difendere il significato del suo lavoro e di quello delle sue colleghe.

La pittura di Isabel Quintanilla è il risultato di un’assoluta padronanza della tecnica e delle competenze acquisite presso diverse scuole d’arte, ma soprattutto di un processo lavorativo continuo. Ha sempre fatto riferimento alla continua lotta per risolvere i problemi posti dalla pittura a tutti gli artisti che desiderano avvalersene per vivere la realtà in modo diverso.

Isabel Quintanilla faceva parte di un gruppo di artisti che visse e lavorò a Madrid dalla metà degli anni Cinquanta e che erano legati sia da legami familiari che da amicizia. Conosciuti come i Realisti di Madrid, i membri del gruppo includevano Antonio López (nato nel 1936), María Moreno (1933-2020), i fratelli Julio (1930-1918) e Francisco López Hernández (1932-2017), Esperanza Parada (1928-2011 ) e Amalia Avia (1930-2011).

Isabel Quintanilla nacque a Madrid il 22 luglio 1938. Durante la Guerra Civile suo padre combatté a fianco dei repubblicani e morì nel 1941 in un campo di concentramento a Burgos. Sua madre fu così costretta a lavorare come sarta per mantenere le sue due figlie.

All’età di undici anni, Quintanilla iniziò a frequentare corsi d’arte in studi privati, poi a quindici anni si iscrisse alla Scuola Superiore di Belle Arti San Fernando di Madrid. Lì conobbe Antonio López, Julio e Francisco López e María Moreno, tutti compagni di studi del suo anno. Nel 1959 consegue il titolo di maestra di disegno e pittura e comincia a dare lezioni come assistente in un liceo. Espone inoltre per la prima volta in una mostra collettiva organizzata dalla Fundación Rodríguez-Acosta a Granada.

Nel 1960 Quintanilla sposò Francisco López. Si trasferirono a Roma per quattro anni poiché López aveva ricevuto il Gran Premio d’Arte dall’Accademia di San Fernando per studiare in Italia. Hanno incontrato artisti, musicisti e creatori e hanno viaggiato in giro per l’Europa. Quintanilla prosegue inoltre i suoi studi artistici e tiene la sua prima mostra personale a Caltanissetta (Sicilia). Ritornata in Spagna riprende l’insegnamento ma continua anche a dipingere e nel 1966 è oggetto di una mostra alla Galería Edurne di Madrid, esponendo opere eseguite principalmente a Roma, quasi tutte vendute.

Nel 1970 Quintanilla incontrò Ernest Wuthenow, collezionista e socio fondatore della Galería Juana Mordó di Madrid, responsabile anche della promozione degli artisti di quella galleria all’estero. Insieme ai galleristi Hans Brockstedt e Herbert Meyer-Ellinger, Quintanilla ha potuto esporre il suo lavoro in tutta la Germania negli anni ’70 e ’80 in mostre collettive come Art after Reality: a new realism in America and in Europe ad Hannover (1974) e a Documenta 6 a Kassel (1977).