by Published On: Gennaio 10, 2024

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IL TEMPO DI UN LIBRO

“Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”

                                                                                                                                                                Daniel Pennac

 

Il tempo di un libro attraversa la vita di molte persone. Pagina dopo pagina, lo scrittore che oggi lo scrive e il lettore che domani lo leggerà, saranno legati parola dopo parola, indissolubilmente.

Un libro nasce da un luccichio improvviso in una notte piovosa.

Questa  scintilla può scoccare anche su un tram a mezzogiorno, nella sala d’attesa di una stazione o sulla cima di una montagna incantata. Il tempo di un libro ha inizio con un’illuminazione, un bisogno che si tramuta nel desiderio e nella necessità di voler raccontare una storia.

Da queste scie luminose si dipaneranno la trama e il senso, i personaggi e i loro mondi.

Il tempo febbrile della prima scrittura potrà attraversare molte stagioni: inverni ed estati prima di una pausa di sospensione che potrà protrarsi per altri mesi se non addirittura anni.

La successiva rilettura fatta da altre persone, altri occhi e da altre voci, prevedrà aggiustamenti, riscritture parziali, cambi di passo, parole nuove.

Altri donne e uomini si uniranno nell’impresa.

Prima che la versione definitiva del libro venga consegnata alle stampe, mani nuove si prenderanno cura dell’impaginazione, della carta ideale, degli inchiostri e dei caratteri. Dei fili rossi della rilegatura, del colophon, delle eventuali illustrazioni.

Le mani dei lettori sfoglieranno le pagine del libro in un tempo che contemplerà tutti i tempi trascorsi per idearlo, scriverlo, rilegarlo.

Il tempo e la vita di questi uomini e donne si sovrapporranno al tempo e alla vita dei lettori, rivivendo nelle loro voci e nei loro corpi.

Questo è uno dei motivi che spiegano la nostra passione per i libri e le storie. Questa è la passione che ci guida per sceglierli, idearli e farli nascere  senza smettere di leggere e frequentare i libri scritti e ideati dagli altri.

Come amava ricordare lo scrittore argentino Jorge Luis Borges a proposito dei libri e della nostra formazione:

“Non si è ciò che si è per quello che si scrive, ma per quello che si è letto.”

Che sia per tutti, un anno di grandi letture e piccole scintille di speranza da custodire gelosamente.

L’immagine di copertina è dell’artista Lorenzo Perrone che del libro e sul libro ha fondato la sua ricerca artistica.

http://www.libribianchi.info/it/index.html

Lorenzo Perrone nasce a Milano dove frequenta il corso di Pittura del Castello Sforzesco e la Scuola del Libro dell’Umanitaria, formazione quest’ultima che lo segnerà in modo significativo per tutta la vita. La sua vita professionale si sposta nel campo della grafica e della comunicazione tra Milano, Londra e infine New York dove frequenta i corsi di grafica e cinema alla New School e alla School of Visual Arts. Per oltre trent’anni Lorenzo ha creato campagne pubblicitarie Internazionali, ma la sua personalità poliedrica lo ha spinto comunque a dipingere, a scrivere storie per il cinema, a girare video, fare fotografie seriali e progettare libri. Nel 2000 Lorenzo ritorna definitivamente alle aspirazioni artistiche giovanili, lasciando il linguaggio urlato della pubblicità per quello apparentemente silenzioso della scultura. Riparte dai due concetti portanti della sua formazione: i libri, come materia prima, per lui simbolo di cultura e studio salvifico, e il bianco, ricordo della sua origine di pasticcere come il padre e il nonno (il grembiule, il cappello, la farina, lo zucchero, ecc.). Con la sua espressione artistica cerca un rapporto più intimo, più spirituale con sé stesso e con l’ “altro”. È in questo periodo che comincia a lavorare ai suoi LibriBianchi.