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Piccole enciclopedie del vivere
La prima macchina da cucire che vidi in funzione apparteneva a mia zia. Era una Singer a pedale con mobiletto in noce.
Di pomeriggio, mentre lei cuciva abiti e camicie su misura, io la guardavo ammirato stringendo tra le dita piccoli ritagli di stoffa, gli avanzi del suo lavoro. Ho il vago ricordo di una musica cubana diffusa da una radio a transistor e del battito ritmico dell’ago che attraversava il tessuto. Fuori dalla finestra un casermone sbiadito rapiva la luce del giorno.
Non erano certo sbiaditi gli scampoli che scivolavano a terra durante il taglio della stoffa sul cartamodello, operazione che mia zia praticava con sapiente sicurezza. A me bastava raccogliere e sovrapporre quei lembi per creare collage improvvisati: due brandelli che combaciavano si trasformavano nella mia mente di bambino in un elefante senza proboscide. Se avvicinavo svariati lembi di velluto appariva all’improvviso un pavone. Se aggiungevo un piccola falda di lino marrone riconoscevo il volo di un aquila. Allargando le stoffe sul pavimento compariva un cervo gigante, un cane bassotto con tre orecchie o un pesce abissale.
Avrei voluto saper tagliare la stoffa con la convinzione di mia zia e come lei avrei voluto sapere cucire senza alcuna incertezza. Unire con un filo sottile quei lembi di scarto, per poter creare il mio piccolo zoo di animali fantastici, fermando con un punto filza usato per imbastire la descrizione su carta con il nome della specie e i dati scientifici come avevo letto nell’enciclopedia La vita degli animali.
Continuare negli anni il medesimo esercizio: cucire carta e stoffe, tenere insieme i gesti, le distanze tra le parole e tutte le storie che inventiamo, nel corso della vita, per vincere le nostre paure e per cercare di contenere il dolore. Farne piccole enciclopedie del vivere rilegate con un filo.
“Ho sempre avuto il timore di essere separata e abbandonata. La cucitura è il mio tentativo di tenere insieme le cose e fare le cose insieme.”
Louise Bourgeois
Occorrerebbe fare piccoli libri cuciti, collezionare i nostri disegni di bambini, i collage di carta, gli animali fantastici nati dagli scampoli di stoffa, trasformarsi in seguaci di Louise Buorgeois*, coltivare l’arte del ricamo e del cucito, ricalcare i punti dolenti, cucendo insieme le nostre parole più intime.
L’amore di Louise per il tessuto risale ai suoi anni d’infanzia quando si occupava del restauro di arazzi nel laboratorio della sua famiglia. Le stoffe del suo corredo e dei suoi vestiti, accumulati nel corso della vita hanno ispirato il suo lavoro. Grazie all’ aiuto di Mercedes Katz sarta e paziente amica, ha creato un laboratorio a casa sua per produrre i suoi libri di stoffa.
*La biografia esaustiva di Louise Bourgeois si trova: