by Published On: Aprile 18, 2024

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QUESTA MIA CARNE

A un mese dalla fortunata pubblicazione di CAPI DELICATI, un testo costruito intorno alle storie autobiografiche degli autori e alla loro relazione con i vestiti, è lecito domandarsi se il gesto di scrivere di se’ non rischi di apparire, per certi versi, un atto presuntuoso.

Per rispondere a questo quesito e indagare sul senso della scrittura autobiografica, ci facciamo guidare e ispirare dal libro: Questa mia Carne, di Melissa Febos pubblicato da NotteTempo.

L’autrice ci ricorda che:

 

La vita quotidiana e le esperienze personali hanno un enorme potenziale narrativo, se ben articolate. Scrivere di se stessi, su se stessi, per se stessi e, in filigrana, per una minoranza o una comunità intera, può diventare un vero e proprio atto politico, un impegno civile.

Le storie, le peggiori, quelle più imbarazzanti, difficili, degradanti e apparentemente senza via d’uscita possono fare da cassa di risonanza per chi non ha voce o ha timore a esprimerla.

 

Melissa Febos, è partita dal suo caos interiore ed esteriore per esprimere la propria, personale, idea di libertà espressiva.

La scrittrice racconta e analizza il percorso emotivo, psicologico – e persino fisico – che lo scrivere di sé richiede.

Le parole e le idee di Febos richiamano per sottili congiunzioni il lavoro artistico e politico di un’altra donna, la fotografa iraniana Negin Mahzoun, in mostra qualche giorno fa a Milano.

Nella serie di opere dal titolo DESTRUCTION, Negin Mahzoun ha messo in pratica, a sua insaputa, gli insegnamenti e l’indagine interiore proposta da Melissa sostituendo le parole e la scrittura con i fili e il gesto del cucire.

Per Negin,  nel corso della storia, i tessuti sono stati un mezzo clandestino per catturare e trasmettere traumi, intrecciando intricate narrazioni di ferite emotive e psicologiche.

Centrale nella pratica artistica di Negin sono l’esplorazione e i riverberi del trauma sociale e culturale sulla vita delle donne.

Nel suo lavoro, gli atti del cucito sono vitali. Collegano le emozioni con i materiali prescelti permettendole di esprimere ricordi attraverso l’arte tattile dei tessuti.

Le sue opere complesse, profondamente intrecciate con il  suo viaggio di guarigione e crescita, sono state create durante un processo trasformativo. Punto dopo punto, ogni ritratto/cucito incarna il suo viaggio nel trasformare il dolore in conoscenza.

Ogni opera inizia con la creazione di un autoritratto su tessuto, un processo in cui l’artista cuce e ricuce meticolosamente l’immagine fotografata fintanto che il soggetto fotografato gradualmente svanisce. Utilizzando un ago, l’artista danneggia e nasconde l’autoritratto.

Questa manipolazione ripetitiva funge da metafora toccante per le manie autodistruttive spesso vissute dagli individui alle prese con un trauma.

Attraverso i tessuti, l’obiettivo di Negin comunica la gravità del trauma, offrendo una nuova prospettiva capace di visualizzare narrazioni di oppressione e invita gli spettatori a impegnarsi con il potere curativo della narrazione.

La parola narrazione intima, il respiro civile e il coraggio uniscono il destino artistico di queste due donne. Fare libri oggi significa attraversare senza paura questi territori.

 

Melissa Febos è un’autrice americana. Suoi testi sono apparsi su The Paris Review, McSweeney’s Quarterly, Granta, The New York Times.

Insegna al programma di scrittura di non-fiction presso l’Università dell’Iowa e i suoi libri sono tradotti in molte lingue.

Con Girlhood. In un corpo di ragazza, che nottetempo ha pubblicato nel 2023, ha vinto il National Book Critics Circle Award for Criticism.

 

Negin Mahzoun è un artista con sede a New York. La sua pratica si concentra sull’osservazione, sulla memoria e sul genere.

Esplora questi temi attraverso le sue esperienze personali e la sua identità culturale. Negin guarda al corpo della donna come oggetto e soggetto con la prospettiva dell’autoritratto e degli strati di storia e letteratura.

Utilizza le immagini nei dipinti in miniatura come riferimento per gli autoritratti.

Inoltre, esprime il suo lavoro attraverso sculture, installazioni, dipinti, stampe, fotografie e tessuti.

Nella sua pratica attuale, utilizza il cucito, che la collega al patrimonio professionale della sua famiglia.

Negin ha conseguito il MFA in Studio Art presso il City College di New York.

I suoi lavori sono stati presentati in numerose collettive, mostre personali, fiere d’arte, festival internazionali e biennali.